lunedì 12 novembre 2012

Harley Davidson Roma | La fine di un mito

Riporto direttamente da facebook quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. Chiude a Roma la concessionaria Harley, quella di Via Silvio Spaventa, quella che ha fatto sognare milioni di persone come me, che passavano ore ed ore davanti alle vetrine a veder brillare le motociclette che ha fatto la storia del bicilindrico americano nella capitale. Buona fortuna ragazzi.

"Mi sono sempre ritenuta fortunata. Fortunata di essere cresciuta in una famiglia, una di quelle simpatiche, rispettabili, colte e caciarone. Fortunata di vivere in una città caotica e storica, ma meravigliosa e solare, una caput mundi meta
di turisti provenienti da tutto il mondo. Fortunata di avere una figlia, per cui vale la pena affrontare tutte le fatiche della vita. Fortunata ad avere amici veri, sinceri, simpatici e concreti. Fortunata ad avere o aver avuto, non so ancora bene come definirlo, un lavoro unico, interessante, vario e particolare, il cui stipendio, comunque modesto , è proprio l'ultima cosa a cui ho sempre pensato. Uno di quei lavori che la mattina raggiungo con jeans bucati e AllStar e con quel sorriso come se andassi a cena con gli amici ( a parte quella mezzoretta che in mezzo al traffico mi sono mandata a quel paese con mezza città guidando come Crudelia Demon ). Perchè in realtà , i colleghi sono diventati una seconda famiglia e la concessionaria una seconda casa, arredata con sgabelli , quadri, orologi e tappeti, che sono testimoni di tutto ciò che abbiamo condiviso insieme: cene,vacanze, viaggi, raduni, matrimoni, divorzi, nascite,battesimi, incidenti,lutti,malattie, open days, lettere di licenziamento.. Le Harley che ci hanno visto e toccato, se potessero parlare, racconterebbero di una concessionaria che è la 'club house' di tutti, senza obbligo di gilè e di patches, dove straordinariamente l'aggregazione che sbandiera tanto il mondo Harley diventa realtà. Meta di chiunque , abbia voglia , oltre a comprare , di fare due chiacchiere , di raccontare una storia semplice o sbalorditiva, di tradurre in parole un pezzo di vita con frasi che resteranno per sempre sospese in aria e scritte sulle pareti come murales invisibili.
Io e l'harley ci stiamo lasciando come due storici fidanzati che, messi alle strette da decisioni altrui, non sanno più che cavolo dirsi, rimanendo lì freddamente senza che nessuna emozione riesca più ad emergere, a guardarsi non vedendo l'ora che si chiuda finalmente la porta per voltare pagina.Perchè fiumi di lacrime sono state versate e giornate in preda alla disperazione sono state vissute e tutto quello che si poteva fare per salvare questa lunga storia d'amore, è stato fatto. La rabbia ci ha scatenato in una lotta che non ci lascerà rimpianti. E dal buio e dal freddo di questo profondo tunnel di realtà che sembra quella di altri, la porta che vorremmo si chiudesse il prima possibile, tremolanti e paurosi speriamo che non si chiuda mai.

Il lavoro in una concessionaria Harley è stato bello, unico e stimolante. Ho vissuto raduni all'interno di stand ( o stands? boh ) in posti meravigliosi, conoscendo gente così diversa , ho partecipato a Convention negli USA, il raduno dei raduni, incontrando Willie G. e persone dei dealers di tutto il mondo, ho frequentato corsi in uno dei posti più tristi in assoluto, Arese; ho conosciuto politici, cantanti, attori e calciatori e poi sciacalli e squali travestiti da bikers, finti ribelli mascherati da harleysti.

Ma soprattutto ho incontrato persone che hanno arricchito la mia anima e la mia conoscenza e persone che sono diventati Amici con la A maiuscola, che danno luce alla mia vita ogni giorno e che non mi abbandonano a questo momento di incertezza e tristezza.
"
 
 
 
 

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