venerdì 31 dicembre 2010

Buon 2011 - Oh Happy Day


....comunque sia andato il 2010 per ognuno di Voi, Vi auguro per il viaggio di 365 giorni che affronterete nell'autostrada 2011 che facciate il pieno di gioia e felicità nel serbatoio del Vostro cuore e riempiate le Vostre valige di pace, serenità e amore da portare alle persone che incontrerete. Buon viaggio e Buon 2011.

giovedì 30 dicembre 2010

Keith Emerson & Oscar Peterson | Honky Tonky Train Blues



.....semplicemente bravissimi....

Chuck Berry - Johnny B. Goode


Johnny B. Goode è una canzone di Chuck Berry.
Berry scrisse questo pezzo nel 1955 e lo pubblicò nel 1958. È la visione in chiave rock & roll del sogno americano: un povero ragazzo di campagna diventa una star grazie al duro lavoro e la sua abilità a suonare la chitarra.
Sebbene sia in parte autobiografica, è probabile che questa canzone sia stata ispirata da Johnnie Johnson che suonò il piano e compose numerose canzoni con Berry, ed è considerato il maggior contributore al sound unico di Berry.
In una versione inedita precedente, Chuck cantava "ragazzo di colore" invece di "ragazzo di campagna", ma lo sostituì per paura che non venisse trasmesso alla radio. Rispetto al nome del ragazzo, Berry è nato in Goode Avenue a Saint Louis, Missouri.
Berry in seguito scrisse un sequel di questa canzone, chiamato Bye Bye Johnny. Il suo "concerto in B. Goode" è un'esplorazione strumentale del "Chuck Berry style" eseguita dal suo stesso maestro e inventore.
Una registrazione della canzone da parte di Berry fu inclusa nel Voyager Golden Record, allegato alla navicella spaziale Voyager come uno dei tre esempi della musica degli Stati Uniti d'America e come rappresentazione del rock & roll fra le imprese culturali dell'umanità.
I musicisti che presero parte al brano sono:
  • Chuck Berry: chitarra, voce
  • Lafayette Leake: pianoforte
  • Willie Dixon: basso
  • Fred Below: batteria

mercoledì 29 dicembre 2010

Jam Session Blues


.....tra un post e l'altro ci dilettiamo in studio con qualche sessione di blues.....yeah baby

572 engine | Ricetta Esplosiva


Un breve video del nuovo motore che sta andando di moda adesso negli stati uniti. Alla faccia della crisi economica e petrolifera, la General Motors ha tirato fuori dal cilindro magico questa bestia di motore, un 572 cubic inch pari a 9.4 litri.....si, avete capito bene, novemilaequattrocento litri !!! Ed il bello è che non ha nulla di superelettronico, ma è il classico motore 8 cilindri a V americano, come venivano prodotti negli anni '60. La maggior parte dei cultori delle Muscle Cars lo sta montando dentro Chevrolet Chevelle, Camaro, Impala o Ford Mustang. Il motore riesce a sprigionare dai 600 ai 1200 cavalli a seconda della configurazione, ed una coppia pari a 650 lb·ft (881 N·m).
Di seguito un video di che tipo di accelerazione può avere un 572 engine:

lunedì 27 dicembre 2010

Chevrolet El Camino

Molti di noi, me compreso, a sentire questo nome non ricordano di che auto si tratti....ma quando la vedrete in foto vi verrà subito in mente che l'avete vista in un sacco di film americani, perché è una delle auto simbolo degli States.
Sulla sbornia di tanti cavalli a poco prezzo, che ha decretato il successo delle Muscle Car in Usa si è detto quasi tutto. Camaro, Mustang, Charger o Corvette, e più recentemente Viper. E poi una mosca bianca di Casa Chevrolet, la El Camino, da noi quasi sconosciuta, ma di buon successo in America e tanto assurda da risultare ai nostri occhi ancora più “americana”. Con pianale preso in prestito dalla Impala o dalla Chevelle, ha attraversato gli anni 60 e 70 offrendo cavalli in abbondanza, fino a 450, e un cassone da pick-up. Talmente folle da meritare un ricordo… e un auspicio.
La storia dice che nel 1959, prendendo come base la Impala, una delle più oltraggiose muscle car a livello stilistico, Chevrolet trovò il coraggio di proporre un ibrido impensato fino ad allora. Un pick-up su base da berlina e non da truck, con dinamica e potenza da muscle car, ovvero ruote fumanti e tenuta di strada approssimativa, ma tanto divertimento a buon prezzo. Subito negletta, la produzione vene interrotta in poco tempo, ma rediviva la El Camino torna nel 1964. Quando, utilizzando come base la Chevelle, arriva il secondo tentativo, non c’era ancora il mix giusto, arrivato solo nel 1968 con quelle considerata dagli appassionati, ed entrata nei libri di storia, come la El Camino degna di essere ricordata. Perchè? Non certo per la linea bizzarra e sorprendente, anche nelle volumetrie, lontana dall’auto normale ma anche dal classico immaginario dei mezzi da lavoro. Ma anche per le contraddizioni dei numeri: come definire altrimenti un V8 da 5,4 litri e oltre 300 cavalli accoppiati ad un cassone perfetto per trasportarci rastrello e piccone? 
Un’auto davvero potente e sorprendente e - coerentemente con lo spirito dell’epoca - pronta a crescere ancora. L’escalation di cavalli arriva a 350 e poi 375. Il successo si accompagnava ad un senso della misura smarrito, sia da parte di appassionati che dei costruttori. Solo due anni più tardi, all’alba del 1970 arriva la El Camino più esagerata di sempre: con un 6,5 litri da 450 cavalli. Quanto bastava per bruciare il quarto di miglio in meno di 14 secondi. 
Troppo bello per essere vero: la crisi petrolifera impose, a partire dal 1971, una moderazione che uccise lo spirito genuino delle muscle car, compresa la El Camino. Il detuning portò a versioni sempre muscolari ma giudicate flaccide, causa il palato ormai abituato troppo bene. Solo nel 1972 si erano persi per strada quasi 200 cavalli.  L’immalinconirsi dei clienti portò ad una normalizzazione e alla scomparsa definitiva nel 1983. Con seguiti di produzione sotto mentite spoglie in Messico, proprio come accaduto al Maggiolone. E anche qui vengono in mente le parabole delle rockstar o delle auto che hanno fatto storia: rimanere fedeli alla propria fama diventa nel tempo quasi impossibile. Un addio ai listini in tono minore, ma non ai cuori degli appassionati che, ancora oggi, la ricordano e la onorano come una delle più folli muscle car di sempre. 
E se pensate che si tratti di pochi eccentrici siete in errore, anche le riviste più prestigiose dell’epoca non lesinarono in lodi e complimenti. Motor Trend del 1964 ne lodava le prestazioni e il divertimento, superiori a quelli della berlina da cui derivava. Hot Rod parlava di un “mezzo buono per il lavoro il divertimento ma pure da parcheggiare senza imbarazzi di fronte all’Hilton”. Era il 1966. Memorabile il test della versione da 450 cavalli del 1968, dove i giornalisti di Car Craft si sbilanciano con un: “amore talmente alto da non volerla ridare indietro”. 
E poi si arriva ad oggi. Il revival muscle car ha toccato Camaro, Challenger e la sempreverde Mustang. Ma forse qualche erede della El Camino esiste sotto mentite spoglie. La Pontiac G8 ad esempio, che ha addirittura provocato petizioni di appassionati per farle aggiungere il nomignolo El Camino. Pure Bob Lutz in persona avrebbe ammesso che, in fondo, si sarebbe potuto fare. Nel frattempo si trovano esemplari del 1968 a circa 11.000 dollari.  Cappello da Texano e gilet in pelle obbligatori.   












domenica 26 dicembre 2010

Babbo Natale | Santa Claus

Tutte le versioni del Babbo Natale moderno derivano dallo stesso personaggio storico, il vescovo San Nicola di Mira della città di Myra (antica città dell'odierna Turchia), di cui si racconta che, essendo un vescovo, esortò tutti gli altri parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo laddove i bambini non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa anche a causa del freddo invernale, che costringeva molti a non uscire di casa. Così li esortò, dicendo loro di recarsi dai bambini portando loro un regalo e di cogliere l'occasione per spiegargli chi fosse Cristo e che cosa avesse fatto per l'intera umanità. I parroci portando con loro un sacco pieno di regali, raggiungevano i bambini mediante alcune slitte trainate da cani (e non renne). La leggenda di San Nicola è alla base della grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti.
Forse non tutti sanno, però, che originariamente il vestito di Babbo Natale era verde, non rosso come siamo abituati a vederlo. Divenne rosso solo dopo che, negli anni ’30, la Coca-Cola lo usò per la sua pubblicità natalizia, e lo vestì in bianco e rosso, come appunto la scritta della sua famosa bibita.
La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia a seconda delle tradizioni. Negli Stati Uniti si sostiene che abiti al Polo Nord (situato per l'occasione in Alaska) mentre in Canada il suo laboratorio è indicato nel nord del paese; in Europa è più diffusa la versione finlandese che lo colloca in un villaggio vicino alla ben più grande città finlandese di Rovaniemi, in Lapponia esattamente sul Circolo Polare Artico. Secondo i norvegesi la sua residenza è Drøbak, dove si trova l'ufficio postale di Babbo Natale. Altre tradizioni parlano di Dalecarlia, in Svezia, e della Groenlandia. Nei paesi dove viene identificato con San Basilio viene talvolta fatto abitare a Cesarea.
Negli Stati Uniti la tradizione vuole che la sera della vigilia di Natale si lascino un bicchiere di latte e dei biscotti per Babbo Natale; in Inghilterra il suo pasto consiste invece di mince pie e sherry. I bambini inglesi e statunitensi lasciano anche fuori casa una carota per le renne di Babbo Natale; un tempo veniva detto loro che se non fossero stati buoni tutto l'anno avrebbero trovato nella calza un pezzo di carbone al posto dei dolci, anche se questa pratica sembra ormai in disuso.
Secondo la tradizione olandese di Sinterklaas, invece, i bambini "mettono fuori la scarpa", ovvero riempiono una scarpa con del fieno e una carota e prima di andare a dormire la lasciano fuori di casa (in alcuni casi il rito viene fatto diverse settimane prima della sera di San Nicola, la sinterklaas avond).
La mattina del giorno successivo il fieno e la carota sono stati sostituiti da un regalo, spesso una figurina di marzapane. Ai bambini cattivi si diceva che avrebbero trovato una fascina, ma questa usanza ormai è stata abbandonata.
L'abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale è una tradizione natalizia che risale a molto tempo fa. Le lettere contengono di solito una lista dei giocattoli desiderati e la dichiarazione di essere stati buoni. Alcuni sociologi hanno scoperto che le lettere scritte dai bambini e quelle delle bambine sono di tipo diverso; le bambine di solito scrivono lettere più cortesi e più lunghe, anche se le loro richieste non sono superiori a quelle dei bambini, e usano più espressioni per parlare della natura del Natale. Nelle lettere delle bambine si trovano anche più spesso richieste di regali destinati ad altre persone.
In molti paesi, le Poste accettano le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale; in alcuni casi le risposte vengono fornite dagli stessi impiegati postali o da volontari. In Canada, ad esempio, è stato predisposto un apposito codice postale per le lettere indirizzate a Babbo Natale: H0H 0H0(in riferimento all'espressione "ho ho ho!" di Babbo Natale) e dal 1982 sono oltre 13.000 gli impiegati delle poste canadesi che si sono offerti volontari per rispondere alle lettere. 






venerdì 24 dicembre 2010

mercoledì 22 dicembre 2010

Onepercenters

Gli Onepercenters sono motociclisti che normalmente utilizzano moto Harley-Davidson e vivono una vita on-the-road, seguendo una filosofia basata sulla fratellanza, lo spirito di corpo che unisce i membri dello stesso club, e l'orgoglio di indossare i colori (o Back Patch) di un club motociclistico, in gergo detto MC. Le origini del nome "Onepercenters" derivano da un fatto realmente successo nella cittadina di Hollister, California (USA) nel week-end del 4 luglio 1947.
Durante quel fine settimana, la piccola città di provincia ospitava tradizionalmente un raduno di motociclisti. Non è chiaro per quale motivo, ma alcuni gruppi di motociclisti incominciarono ad ubriacarsi e a provocare disordini spaventando gli abitanti della cittadina. Tra i Motorcycle Clubs più agitati, vi erano i Booze Fighters MC e i Pissed Off Bastards MC.
In breve le risse e i disordini coinvolsero gran parte dei motociclisti intervenuti, ormai quasi tutti in preda all'alcool e all'eccitazione. Solo l'intervento dei rinforzi di polizia da varie contee limitrofe riuscì a riportare l'ordine pubblico nel piccolo paese, al tempo abitato da famiglie medio-borghesi e puritane, come nel tipico costume americano dell'epoca.
La stampa diede ampio spazio all'avvenimento tanto da indurre l'A.M.A. (American Motorcyclist Association) a diffondere una dichiarazione ufficiale in proposito. Nel testo l'A.M.A. affermava che il 99% dei motociclisti erano brave persone che rispettavano la legge, mentre solo l'un percento di essi erano attaccabrighe e poco di buono.
A quel punto molti membri di club, stufi del perbenismo e della noiosa e bacchettona gestione delle manifestazioni motociclistiche da parte dell'A.M.A., iniziarono a fregiarsi di un piccolo stemma che riportava un "1%" cucito (o tatuato) in un rombo, e a dichiararsi per l'appunto "Onepercenters", e cioè a riconoscersi proprio in quella percentuale di facinorosi da cui l'Associazione Motociclistica A.M.A. voleva prender le distanze. Tale idea fu realmente messa in atto grazie all'iniziativa dello storico Presidente della sezione di Oakland degli Hells Angels Sonny Barger, il quale nel 1959 convocò una delle prime "riunioni generali" di tutti i vari "club fuorilegge" dell'epoca, proprio al fine di costituire una gigantesca e compatta unione dei suddetti club "Onepercenters" in opposizione all' A.M.A.
Da qui la nascita del nome "Onepercenters".
È corretto, a questo punto, fare anche ulteriore chiarezza sul termine "Outlaw", che letteralmente significherebbe "fuorilegge", ma che in questo contesto significa più precisamente "disallineato" rispetto alle regole dell'A.M.A., piuttosto che "delinquente".
Per altro, da anni esiste un club MC chiamato per l'appunto Outlaws MC, ed esso è uno dei quattro principali club MC "one percenters", assieme agli Hells Angels MC, ai Bandidos MC ed ai Pagans MC (alcuni dicono ormai sostituiti dai Mongols MC).
Questi club MC si fregiano da sempre del simbolo dell'"1%" ("onepercenters").

Il logo Onepercenters


Sonny Barger








Membri degli Hells Angel's e le loro Back Patch

Dai fatti di Hollister è stata tratta l'ispirazione per il famoso film Il selvaggio (The Wild One) del 1953, interpretato da Marlon Brando e Lee Marvin.
Nel film, in bianco e nero, Johnny (Marlon Brando) guida in realtà una Triumph 650cc Thunderbird, sul cui fanale legherà il trofeo rubato ad una gara ufficiale (organizzata dall'A.M.A.). Chino (Lee Marvin) il capo dei "Beetles", guida invece una vecchia Harley-Davidson.
Il club di cui Marlon Brando è il capo si chiama "B.R.M.C.", ed ha come back patch un teschio su due pistoni incrociati, alla foggia dei pirati.
Nel film, un motociclista ne spiega il significato come "Banda Ribelle Motociclistica", mentre la sigla in inglese significa "Black Rebel Motorcycle Club".

 


martedì 21 dicembre 2010

1999 Dyna Harley-Davidson | by Kraus

Il preparatore Kraus Motor Company (http://www.krausmotorco.com/) ha effettuato una particolare elaborazione di un modello Harley Davidson Dyna del 1999. Partendo dal solo telaio e motore, spogliata di qualsiasi fronzolo inutile....alluminio ed acciaio, cattiva e tuonante...a voi i commenti.








lunedì 20 dicembre 2010

Vintage Boots Store

Girando per la rete ho scovato un negozio completamente dedicato agli stivali e scarponcini da lavoro, specializzato in brand come Red Wings e Wesco.....davvero la mecca del vintage boot !









Thanks to hopesmore.

domenica 19 dicembre 2010

Bing Crosby - White Christmas


Il natale è arrivato, e come da tradizione si cominciano a sentire le classiche canzoni natalizie, e allora viene subito alla mente White Christmas, del grande Bing Crosby.
Harry Lillis Bing Crosby nacque a Tacoma, il 2 maggio 1903, e morì a Madrid, il 14 ottobre 1977. E' stato un attore e cantante statunitense.
La sua incisione di White Christmas è uno dei dischi più venduti di tutti i tempi. White Christmas (in italiano Bianco Natale) fu scritta da Irving Berlin per la colonna sonora del film La taverna dell'allegria, nel 1942. Bing Crosby, dopo averla ascoltata per la prima volta, non ne fu particolarmente colpito, tanto da dire al famoso compositore: "Ecco un'altra delle tue canzoni per piangere". Al contrario Il brano fu un successo planetario. Ricevette l'Oscar per la migliore canzone e il 3 ottobre 1942 raggiunse il primo posto nella classifica americana. Da allora, White Christmas è sempre riapparsa in classifica ogni anno in prossimità del Natale e ha venduto oltre 30 milioni di copie nel mondo solo nella versione di Bing Crosby. La prima versione fu pubblicata anche in Italia dalla Fonit, ma la censura del regime fascista ne vietò la trasmissione alla radio; il brano divenne quindi popolare solo con la fine della Seconda guerra mondiale.
White Christmas fu il più importante, ma non l'unico, successo "natalizio" di Bing Crosby. Silent Night (versione inglese di Stille Nacht), I'll be home for Christmas, Too-Ra-Lo-Ra-Loo-Ral, Rudolph, the red-nosed reindeer furono tra i pezzi più noti del suo repertorio, conosciuti e amati non solo negli Stati Uniti, ma anche all'estero. Bing Crosby fu così l'iniziatore di una nuova tradizione: le canzoni pop di Natale. Fino ad allora, le carols anglosassoni e i brani di musica classica erano stati l'unica colonna sonora delle festività natalizie.


sabato 18 dicembre 2010

W.1910 | Vintage Motorcycle Clothing

Se cercate un look particolare, originale e vintage per andare a spasso con la vostra amata due ruote date un'occhiata a questa marca di abbigliamento francese, look da "bad boy", tessuti robusti e design semplice.









Maggiori info sul sito W1910

venerdì 17 dicembre 2010

Los Angeles / Santa Monica Beach 2008, California




.....fuori fa -3°, un freddo assurdo, il nostro paese sta politicamente ed economicamente andando a rotoli....e la mia mente vola via, lontano da qui, verso la West Coast Americana dove splende il sole, dove la temperatura non scende mai sotto i 15°, dove tutto è più calmo ed easy.....puoi staccare da una intensa giornata di lavoro ed andarti a godere il tramonto di Malibu o Venice Beach, prendere un aperitivo a Santa Monica oppure prendere la tua tavola da surf e goderti qualche bella onda ad Huntington Beach, fregandotene di tutto e di tutti....



It's not just a city, it's a lifestyle.

giovedì 16 dicembre 2010

....Qualche altra idea....

....che potrebbe essere utile per un regalo di Natale, o semplicemente per il proprio guardaroba :-)